L'importanza del ferro nell'alimentazione e dove trovarlo


Il ferro è uno dei minerali presenti nell'organismo in quantità più elevate, si parla di circa 3-4 g e il 75% è presente nell’emoglobina.

Quali sono le funzioni del ferro nel corpo?

Il ferro è necessario per la produzione dell’emoglobina, proteina presente nei globuli rossi che serve a trasportare l’ossigeno in tutto il corpo.

Inoltre, interviene nella costruzione della mioglobina, proteina che rifornisce di ossigeno i muscoli e partecipa all’attività di molti enzimi, per la produzione di alcuni ormoni e del tessuto connettivo.

Il ferro presente nell’organismo deriva principalmente dall’alimentazione, che consente di mantenere inalterato l’equilibrio tra le perdite quotidiane di tale minerale, che avvengono attraverso la sudorazione, l’urina, le feci, la desquamazione delle cellule intestinali, la mestruazione e l’allattamento nelle donne, e la sua introduzione con il cibo.

Il ferro introdotto con l’alimentazione è trasportato all’interno dell’organismo da una proteina, la trasferrina, e si accumula nel fegato sotto forma di ferritina, che è una proteina di deposito. Quando si è in carenza di ferro, il corpo utilizza in maniera automatica le riserve di ferro (la ferritina) in modo da mantenere inalterato il livello di ferro circolante  nel sangue attraverso l’emoglobina, finchè queste riserve non si esauriscono.

Attraverso gli esami del sangue è quindi possibile andare a controllare se vi è una carenza di ferro, misurando sia la sideremia (che esprime la quantità di ferro circolante nell’organismo) che la ferritina.

L'importanza del ferro nell'alimentazione e dove trovarlo
L'importanza del ferro nell'alimentazione e dove trovarlo

In quali alimenti si trova maggiormente il ferro?

Il ferro è presente in moltissimi alimenti in due forme:

  • Il ferro EME è presente nel fegato, nella carne (in particolare quella di tacchino), nel pesce e nel tuorlo, è legato alle emoproteine
  • Il ferro non-EME, presente maggiormente in legumi, frutta secca, verdura a foglia verde scuro, cavoli, cacao e cereali integrali.

La differenza tra queste due forme di ferro è nel diverso meccanismo con cui viene assimilato.

Il ferro eme è assorbito dalla mucosa intestinale e non è influenzato dalla presenza di sostanze che ne diminuiscono o aumentano l’assimilazione; mentre il ferro non-eme ha un assorbimento variabile che è  influenzato dalla presenza di inibitori o promotori. Tra i promotori dell’assorbimento del ferro troviamo la vitamina C.

Tuttavia solo una parte del ferro introdotto con l’alimentazione viene assimilato dall’organismo.

Tutti i cibi che contengono buone quantità di calcio come il latte e i latticini e di tannini come il caffè e il tè, se assunti assieme a cibi ricchi di ferro non-eme, ne riducono l’assorbimento poiché formano con esso dei complessi insolubili che inibiscono l’assimilazione del ferro stesso. Inoltre, la presenza di fitati che si trovano nei legumi e nei cereali integrali, possono ostacolarne ulteriormente l’assorbimento.

Il ferro è presente nel fegato e nella carne
Il ferro è presente nel fegato e nella carne

Quant’è il fabbisogno giornaliero di ferro?

Il corpo umano ha bisogno di circa 14 mg, ma ciò varia dal sesso, dall’età e da condizioni particolari come la gravidanza o l’allattamento. In linea generale le donne ne devono assumere un quantitativo maggiore rispetto agli uomini. In particolare, possono essere a rischio di carenza di ferro nel sangue, chiamata anemia sideropenica, soprattutto  le donne in età fertile, gli sportivi e le persone colpite da disturbi intestinali come il malassorbimento dei nutrienti e le intolleranze alimentari.

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Cosa comporta un eccesso di ferro?

L’eccesso di ferro, può portare a problemi di stomaco, costipazione, nausea o vomito, dolori addominali e svenimenti e ridurre l’assorbimento dello zinco. Inoltre dosi molto alte possono causare anche scompensi agli organi, comaconvulsioni ed essere addirittura fatali.

Si possono danneggiare tessuti ed organi come il cuore, il fegato e il pancreas e portare ad una situazione patologica chiamata emocromatosi. Tale patologia può essere dovuta ad un alimentazione scorretta che se non trattata, può portare ad una cirrosi, a un cancro al fegato e a malattie cardiovascolari.

L'eccesso di ferro può portare a nausea a vomito
L'eccesso di ferro può portare a nausea a vomito

Cosa comporta una carenza di ferro?

 La carenza di ferro ha come prima conseguenza l’anemia, cioè la riduzione dei globuli rossi nel sangue e quindi della capacità di distribuire l’ossigeno a organi e tessuti.

I sintomi dell’anemia sono stanchezza, mancanza di energie, disturbi gastrointestinali, difficoltà di memoria e concentrazione, calo delle difese immunitarie e problemi di termoregolazione.

La carenza di ferro ha come prima conseguenza l'anemia
La carenza di ferro ha come prima conseguenza l'anemia

Cause dell’anemia

Tra le più comuni cause che possono generare l’anemia vi sono la carenza di ferro, con l’anemia sideropenica che abbiamo visto in precedenza, la carenza di vitamine del gruppo B con l’anemia megaloblastica e perniciosa, alcune malattie croniche e infettive, le malattie autoimmuni con l’anemia emolitica, le disfunzioni del midollo osseo, la gravidanza, l’uso di alcuni farmaci e le malattie ereditarie come la talassemia  meglio conosciuta come anemia mediterranea.

Quando nell’organismo vi è un ridotto apporto di vitamina B12 e di folati (vitamina B9), vengono prodotti globuli rossi più grandi del normale chiamati megaloblasti, che non funzionano correttamente e causano l’anemia.

Il ferro è necessario per la produzione dell’emoglobina
Il ferro è necessario per la produzione dell’emoglobina